Helen
ed Eleanor sono gemelle. Helen è quella brava e la leader tra le due mentre
Ellie è quella che combina sempre guai. Dato che nessuno riesce mai a distinguere
le due sorelle, un giorno Helen si inventa un gioco…scambiarsi di posto. All’inizio
sembra divertente ma, a poco a poco, Helen si rende conto che la sorella non ha
intenzione di porre fine al gioco e, anzi, fa finta di non averlo mai iniziato.
TITOLO: La tua seconda vita comincia quando capisci di
averne una sola
AUTORE: Raphaëlle Giordano
EDITORE: Garzanti
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2017
PAGINE: 215
PREZZO: 16,90 euro
GENERE: Narrativa
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RECENSIONE DI: Chiara
VOTO: ★★★★☆
«”Abbiamo altrettanto
bisogno di ragioni per vivere che di mezzi per vivere”, diceva l’Abbé Pierre. Non
deve dire che non ha importanza. Ne ha moltissima, invece! I mali dell’anima
non vanno presi alla leggera. Ascoltandola, ho quasi l’impressione di sapere di
cosa soffre […] Lei probabilmente soffre di una forma di abitudine acuta»
Durante un diluvio Camille ha un
piccolo incidente d’auto. Purtrppo per lei la macchina non riparte e, perciò,
l’unica cosa che può fare è avviarsi a piedi. Dopo una decina di minuti arriva
al cancello di un’abitazione e i proprietari, Claude e sua moglie, le
permettono di entrare e chiamare i soccorsi. Ma sarà proprio Claude, un “abitudinologo”,
che l’aiuterà maggiormente. Infatti, lui afferma di poter dare una svolta alla
sua vita.
Se da un abisso vuoi uscire vivo devi prima di tutto riuscire a
non affogare e quando gli occhi dello squalo ti fisseranno devi fingere di non
aver paura
Una ragazza sfortunata,
usata dalla matrigna come schiava sessuale. Una misteriosa droga spacciata in
delle mele. Un'overdose fatale e un viaggio in un mondo parallelo, infetto da
un virus mortale e oppresso da sette streghe. Riuscirà Bianca a salvare il principe
Darknight tenuto prigioniero nella città dei mercenari? Ma soprattutto,
accetterà il suo destino come clone della rivoluzionaria Biancaneve?
Ci sono
libri che devono essere letti durante il periodo natalizio per una serie di
motivi: tornare a credere nel prossimo, riaccendere la speranza nel nostro
cuore, sperare in un futuro migliore.
“Il tredicesimo dono” è sicuramente uno di questi libri.
Ciò che rende questa storia più speciale è che è tratta da una storia vera,
vissuta in primis dall’autrice Joanne Hiust-Smith.
L’avventura di Joanne comincia in una
fredda giornata di dicembre, mentre sta uscendo dalla porta per accompagnare i
figli a scuola: sulla porta d’ingresso si inciampa quasi in una stella di
Natale, accompagnata da un biglietto firmato da “I vostri cari amici”.
Probabilmente ognuno di noi sarebbe rimasto colpito, anche solo leggermente
curioso da questo dono inaspettato: Joanne, invece, non ha voglia di pensare al
Natale, ai regali, al dono che ha appena ricevuto e tutto quello che ne
consegue perché ha perso da poco l’amato marito Rick e di festeggiare non ne
vuole proprio sentir parlare.
Nonostante il fermo desiderio che “i cari amici” la smettano di importunarla
con questi regali, il giorno dopo arriva un altro regalo, puntuale, sempre
davanti alla porta di casa. I figli di Joanne sono curiosi e trascinano a forza
anche la loro mamma in questa curiosa missione: scoprire quale dono li
accompagnerà giorno per giorno verso il tanto temuto Natale.
Leggendo “Il tredicesimo dono” ho avuto come l’impressione di non trovarmi
davanti al solito libro sul Natale e non mi sono sbagliata: in questo libro non
c’è posto per canzoncine allegre ed alberi riccamente addobbati, c’è spazio per
il dolore, il lutto, una perdita che si fa sentire tutti i giorni e che può
arrivare a far sgretolare la forza di una famiglia. Trasuda sofferenza, ma non
vi nascondo che alla fine di ogni capitolo mi sono trovata a sorridere: ho
capito che non era importante scoprire chi fossero i “veri amici” di Joanne e
della sua famiglia, ma quello che conta è riscoprire la magia del dono, non il
regalo preso frettolosamente il 23 dicembre al supermercato, ma quello che
viene dal cuore e fatto solo ed esclusivamente per scaldare il cuore.
I doni che
Joanne e i ragazzi ricevono giorno dopo giorno portano una nuova linfa vitale
alla famiglia Smith e nessun componente è escluso da questo cambiamento
radicale: dodici saranno i doni ricevuti, uno più speciale dell’altro, fino ad
arrivare al tredicesimo, il più prezioso di tutti.
Leggetelo
per fare un dono speciale al vostro cuore.
A 5 anni Saroo
decide di andare insieme al fratello in città ma, appena arriva si sente stanco
perciò decide di aspettare su una panchina mentre lui va in gito. Si addormenta
e, quando si risveglia, è convinto che il fratello se ne sia andato. Sale così
su un treno per cercarlo ma questo parte e lo porterà a Calcutta. Da lì Saroo
non sarà più in grado di tornare a casa sua e finirà per essere adottato da una
coppia di Australiani.
Il fatto è che
certe cose le puoi dire solo a chi sai le può capire. Che è anche il motivo per
cui parliamo così poco, di quello che ci importa davvero
Gioia ha diciassette anni e a scuola si sente come un'estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l'appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. Fino a quando una notte, in fuga dall'ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo.
Avevo mille soprannomi […] ma il mio
preferito era il Lupo di Wall Street, perché ero io sputato. Ero decisamente un
lupo in vesti d’agnello
Jordan Belfort,
telefonista in una società di brockeraggio, diventa in pochi anni un abilissimo
brocker guadagnando cifre davvero esorbitanti ma non si preoccupa di violare
leggi e, per questo, finisce nel mirino dell’FBI,
Titolo originale Jigsaw Paese di produzione Stati Uniti d'America, Canada Anno 2017 Durata 92 min Genere orrore, thriller Regia Michael e Peter Spierig Soggetto personaggi creati da James Wan e Leigh Whannell Sceneggiatura Pete Goldfinger, Josh Stolberg Opinione presente anche su viaggiatricepigra.blogspot.it
Interpreti e personaggi Matt Passmore: Logan Nelson Callum Keith Rennie: detective Halloran Clé Bennett: detective Keith Hunt Tobin Bell: John Kramer Hannah Emily Anderson: Eleanor Bonneville Laura Vandervoort: Anna Paul Braunstein: Ryan Mandela Van Peebles: Mitch Brittany Allen: Carly
Trama
Un ladruncolo, Edgar Munsen, viene braccato dalla polizia: ha uno strano telecomando in mano e chiede urgentemente del detective Halloran. Questi accorre, ma Edgar viene colpito da una pallottola dopo aver detto che il gioco è cominciato. Cinque persone, in effetti, si ritrovano in un luogo sconosciuto con una sorta di secchio di metallo in testa, legati a delle catene che li trascinano verso lame rotanti, mentre una voce chiede loro di confessare le bugie che hanno detto nella loro vita, perché il gioco è cominciato, ma, come sempre, c'è una via di scampo.
Trailer
Sette anni.
Sette (fottutissimi) lunghi anni per poter tornare nel mondo di Saw.
Non vedevo l'ora di scoprire quale incredibile nuova trama sarei stata condotta.
Eppure la paura che potesse rivelarsi una delusione era molto forte.
Saw resta, a mio parere, una saga incredibile e con un progetto davvero ampio.
Dal primo film a basso budget girato in una stanza, fino a trame molto più complesse che intrecciavano le vite di più persone, sempre secondo la straordinaria lungimiranza di John:
"Se sei capace di anticipare il comportamento umano... non resterà alcuna chance!"
Un gioco tra la vita e la morte, con regole semplici che se seguite portano a vincere.
Anno: 2013-in
produzione Genere: Thriller, Poliziesco
Stagione: 5
Episodi: 111 Durata: 45 min (episodio) Ideatore: Jon Bokenkamp
Interpreti e Personaggi: James Spader (Reddington), Megan Boone (Elizabeth Keen),
Diego Klattenhoff (Ressler), Ryan Eggold (Tom Keen), Harry Lennix (Cooper)
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RECENSIONE DI: Chiara
VOTO: ★★★★★
Raymond Reddington è uno dei
principali criminali ricercati dall’FBI e, per questo, stupisce così tanto che
improvvisamente decida di costituirsi proprio all'agenzia che gli dà la caccia.
Si offre di fornire informazioni su tutti i criminali che conosce ma a una sola
condizione: le informazioni le fornirà solamente a Elizabeth Keen, una giovane
analista al suo primo giorno all’FBI.
…dietro ogni cosa che non si riesce a
ricordare c’è sempre una storia che vale la pena di essere raccontata.
“Una città,
un racconto misterioso e una bambina di cui nessuno ha mai saputo il
nome.
Ecco cosa
si cela dietro Cabiate e il suo essere chiamata dai suoi abitanti “La piccola
Parigi”, per un motivo che però nessuno sembra ricordare. Forse solo il nonno
di Chiara ha, nascosta nel suo passato, la chiave per svelare la natura di
questo incantesimo che ora, forse, sta per essere finalmente rivelato.”
Titolo originale Alias Grace Paese Canada, Stati Uniti d'America Anno 2017 Formato miniserie TV Genere drammatico, biografico Puntate 6 Regia Mary Harron Soggetto L'altra Grace di Margaret Atwood
Musiche Jeff Danna Produttore D.J. Carson, Sarah Polley Produttore esecutivo Noreen Halpern
Prima visione Data 25 settembre 2017 Rete televisiva CBC Television Distribuzione in italiano Data 2 novembre 2017 Distributore Netflix
Sarah Gordon & Edward Holcroft
Interpreti e personaggi Sarah Gadon: Grace Marks Edward Holcroft: Dottor Simon Jordan Zachary Levi: Jeremiah the Peddler Paul Gross: Thomas Kinnear Anna Paquin: Nancy Montgomery Kerr Logan: James McDermott Michael Therriault: Signor McDonald Rebecca Liddiard: Mary Whitney
Trama
Tratta da una storia vera, la miniserie racconta le vicende di Grace Marks, una domestica immigrata dall'Irlanda in Canada che fu imprigionata nel 1843, forse ingiustamente, per l'omicidio del suo datore di lavoro Thomas Kinnear. Grace sostenne di non aver compiuto il delitto, ma i fatti furono irrefutabili. Un decennio dopo, il dottor Simon Jordan cercò di aiutare Grace a sistemare il suo oscuro passato.
Che dire se non: WOW!
Una serie breve ma davvero molto intensa, che porta sul piccolo schermo un altro capolavoro di Margaret Atwood, riuscendo a rendere anche questo alla perfezione, incantando lo spettatore e facendolo morire di curiosità tra una puntata e l'altra.
Emma e Dexter si conoscono il giorno della loro
laurea, il 15 luglio 1988. Passano la notte insieme a parlare e iniziano a conoscersi.
Sono un po’ in imbarazzo, vorrebbero qualcosa di più da quella notte, anche se
non lo ammettono, ma tutta una serie di circostanze glielo impedirà: la
coinquilina di Emma, il fatto che Dex debba incontrare i suoi genitori e,
soprattutto, il fatto che l’università è terminata e che loro prenderanno strade
decisamente diverse. Resteranno, però, in contatto diventando grandi amici.
PREZZO: 12,50 euro (prezzo riferito all'edizione in brossura)
GENERE: Fantasy
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RECENSIONE DI: Chiara
VOTO:★★★★★
Celaena, dopo aver vinto la gara
per diventare la paladina del re, ha iniziato a uccidere per conto della corona
o, almeno, questo è quello che lascia pensare. In realtà, offre alla sue
vittime la possibilità di sparire fingendo la loro morte e, finora, nessuno ha
rifiutato questa opportunità. E, oltre al fatto che l’ultimo nome consegnatole
dal re si tratta di un vecchio amico di Celaena, lei deve fare anche i conti
con qualcosa che si aggira nel castello.
Titolo originale The Exorcist Paese Stati Uniti d'America Anno 2016 – in produzione Genere drammatico, thriller, horror Stagioni 2 Episodi 20 Durata 45 min (episodio) Ideatore Jeremy Slater
Interpreti e personaggi (per ora!)
Alfonso Herrera: Padre Tomàs Ortega
Ben Daniels: Padre Marcus Keane
(Alcuni Nuovi Personaggi)
Andrew Kim: John Cho
Rose: Li Jun Li
Verity: Brianna Hildebrand
Caleb: Hunter Dillon
Grace: Amélie Eve
Shelby: Alex Barima
Truck: Cyrus Arnold
Venerdì 29 Settembre è andato in onda il primo episodio della seconda stagione di questa serie che ha lasciato il suo segno nel pubblico.
La prima stagione (potete trovare la mia opinione qui) si era conclusa con uno spiraglio, una porta aperta per un seguito. E hanno fatto bene.
Per chi ancora non l'avesse vista, cercherò di evitare Spoiler il più possibile, ma per alcune cose sarà impossibile.
La mia patologia è tanto rara
quanto famosa. Si tratta della SCID, la sindrome da immunodeficienza combinata
grave, ma è conosciuta anche come “sindrome del bambino nella bolla”. In poche parole, sono allergica
al mondo. Qualunque cosa può innescare l’acuirsi della malattia, che siano le
sostanze chimiche presenti nel detergente usato per pulire il tavolo che ho
appena toccato, il profumo di qualcuno, le spezie esotiche nella pietanza che
ho appena mangiato. Possono entrare in gioco uno, tutti o nessuno di questi
fattori, oppure qualcosa di completamente diverso. Nessuno conosce le cause
scatenanti, ma tutti conoscono le conseguenze. A detta di mia madre, quand'ero
molto piccola sono quasi morta, per cui la mia è una situazione davvero
critica. Non esco mai di casa, non l’ho mai fatto in diciassette anni.
Nel 1952 Philomena, una giovane
ragazza irlandese, rimane incinta e, poiché è una cosa considerata
inaccettabile per una ragazza nubile di quel tempo, viene inviata in un
convento dove dà alla luce un bambino, Anthony. Resta con lui per 3 anni, tempo
che le suore chiedono come “pagamento” per l’ospitalità. Finché, un giorno, non
le impongono di firmare dei documenti che servono per dare in adozione Anthony
a una famiglia americana. Da anziana, Philomena si rimetterà sulle sue tracce.
Durata: 60 min (episodio) Ideatore: David E. Kelley Interpreti e Personaggi: Nicole Kidman (Celeste Wright), Resee Witherspoon (Madeleine Mackenzie), Shailene Woodley (Jane Chapman), Alexander Skarsgard (Perry Wright), Laura Dern (Renata Klein), Adam Scott (Ed Mackenzie), Zoe Kravits (Bonnie Carlson), James Tupper (Nathan Carlson), Jeffrey Nordling (Gordon Klein).
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RECENSIONE DI: Roby
VOTO: ★★★★☆
Big Little Lies è
una miniserie americana, ispirata all’omonimo libro, (Piccole grandi bugie di Liane Moriarty, edizione italiana Mondadori)
composta da sette puntate e mandata in onda negli Stati Uniti nel febbraio 2017
ed in Italia ad aprile dello stesso anno.
Racconta la storia di tre donne, amiche, mogli, madri, alle
prese con le sfide della vita quotidiana ed un omicidio.
Come sia stato commesso l’omicidio, che ci viene presentato
già compiuto all’inizio della prima puntata, verrà svelato solo nell’ultima
scena dell’ultima puntata. Ciò che ha portato a compierlo e chi sia stato a
farlo è invece raccontato in tutto il resto della serie attraverso le
complicate storie delle protagoniste ed i continui viaggi temporali.
Tra tradimenti, abusi e insicurezze, la serie si addentra
sempre di più nella vita delle sue protagoniste che, prima ancora di essere
madri e mogli, sono donne e, come tali, hanno il bisogno prima di tutto di
essere se stesse, di realizzarsi e di far sentire la propria voce ed avere la
propria indipendenza e giustizia.
Ad accrescere la bellezza di questa serie sono le attrici
protagoniste che, lontane dai riflettori hollywoodiani, hanno deciso di
dedicarsi a questo progetto regalandogli spessore ed intensità.
Stiamo parlando di Nicole Kidman, che interpreta Celeste, ex
avvocato, madre di due gemelli e moglie di un marito violento; Resee
Witherspoon, che interpreta Madeline, madre di una bambina e di una adolescente
, e Shailene Woodley, che interpreta Jane,
ragazza madre di un dolce bambino nato da uno stupro.
La serie ha immediatamente entusiasmato i telespettatori e
vinto cinque Emmy Awards, nella
categoria Miniserie o film TV, come
Miglior miniserie, Miglior regia, Miglior attrice (Nicole Kidman) , Miglior
attrice non protagonista (Laura Dern) e Miglior attore non protagonista
(Alexander Skarsgard).
Sono rimasta affascinata dalla maestria con cui l’intera
serie è stata costruita. Con continui flashback, tassello dopo tassello, si
ricompone l’intera storia che all’inizio ci viene presentata con il solito
clichè americano: un omicidio e tre amiche che prendono un caffè in un bar, ma
che poi diventa sempre più coinvolgente ed appassionante.
L’irregolarità temporale crea suspance ad una storia che già
di per sé invoglia lo spettatore a voler sapere sempre di più. Le sette puntate volano via in poco tempo,
nonostante ciascuna duri quasi un’ora.
Personalmente non ho minimamente sospettato chi fosse la
persona che ha perso la vita, qualche idea invece sul colpevole l’ho avuta. Ho apprezzato l’interpretazione di
tutti, anche se in verità ho odiato il personaggio di Renata, interpretata da
Laura Dern.
La sua voce isterica e i suoi pantaloni a zampa di elefante
mi hanno fatto spesso perdere la pazienza :D
Consiglio questa serie a chi ha voglia di scoprire le dinamiche di un crimine e conoscere la vera forza delle donne. Non nascondo che probabilmente Big little lies può attirare un pubblico soprattutto femminile, ma non escludo che la trama e le protagoniste possano interessare anche i telespettatori maschietti.
Peter Lake è un ladro. Un ladro nella Manhattan dei
primi del Novecento in cui la guerra tra bande regala ogni mattina un mucchio
di cadaveri a Five Points sul fronte del porto e in luoghi insoliti come
campanili, collegi femminili e magazzini di spezie. Peter lavora in proprio, e
perciò non interessa più di tanto alle forze dell'ordine sguinzagliate contro
il grande crimine. Sta particolarmente a cuore, invece, ai Coda Corta, una
dozzina di sgherri guidati dal feroce Pearly Soames. Pearly ha occhi lucidi e
argentei simili a lame di rasoio e una cicatrice che gli solca il viso
dall'angolo della bocca all'orecchio. E un criminale e, come tutti i criminali,
vuole oro e argento, ma non per amore della ricchezza alla maniera di volgari
rubagalline. Li vuole perché brillano e sono puri. Affascinato dai colori,
legge i giornali e i cataloghi delle aste, e capeggia i Coda Corta giusto per
trafugare opere d'arte "degne di lui", importate dall'Europa a bordo
di lussuosi panfili. Il campo di manovra è troppo ristretto e la posta in gioco
troppo alta perché Pearly Soames possa tollerare la presenza di Peter Lake a
Manhattan. Avvezzi come sono all'omicidio e alla corruzione, i suoi Coda Corta
l'avrebbero eliminato da un pezzo, se il ladro non avesse un prezioso alleato:
un cavallo che sembra una statua eroica, un enorme monumento bronzeo, capace di
balzi strabilianti, voli di sei metri di lunghezza e due e mezzo di altezza.
Chi l’aveva condannata a morte temeva ciò che sapeva, ma non aveva
mai avuto paura di lei. Forse era ora che le cose cambiassero
Alex, o meglio Juliana, lavorava
per il governo degli Stati Uniti. Ora, però, quello stesso governo le dà la
caccia per ucciderla motivo per cui è costretta a spostarsi in continuazione e
a cambiare sempre nome. Dopo qualche anno in fuga il suo ex capo le offre la
possibilità di vivere finalmente una vita tranquilla in cambio di un ultimo
lavoro perché lei è la migliore nel suo campo: è una torturatrice. Tuttavia,
quello che sembrava un lavoro semplice si trasforma in una trappola e lei farà
tutto ciò che può per vendicarsi.
Paese di produzione Francia, Stati Uniti d'America, Danimarca Anno 2016 Durata 118 min Genere orrore, thriller Regia Nicolas Winding Refn Soggetto Nicolas Winding Refn
Interpreti e personaggi Elle Fanning: Jesse Jena Malone: Ruby Bella Heathcote: Gigi Abbey Lee: Sarah Karl Glusman: Dean Desmond Harrington: Jack McCarther Christina Hendricks: Roberta Hoffman Keanu Reeves: Hank Charles Baker: Mikey Alessandro Nivola: Robert Sarno Jamie Clayton: direttrice casting
Trama
Quando l'aspirante modella Jesse si trasferisce a Los Angeles, la sua giovinezza e vitalità vengono fagocitate da un gruppo di donne ossessionate dalla bellezza e disposte ad usare ogni mezzo per prenderle ciò che ha.
Trailer
Opinione
OSCENO!
Mi spiace ma è un film assolutamente noioso, banale e che non ha nulla di horror.
Non so cosa avessero in mente, ma non trasmette nulla a chi lo guarda.
La trama mi incuriosiva: un horror nel mondo della moda sembrava qualcosa di interessante e nuovo, con il pizzico di curiosità rappresentato da una nuova ragazza che entra in questo ambiente che (si sa) non perdona.
Invece due ore di rotture di balle
Trama inesistente.
Una fotografia pressante e seccante (che forse voleva essere un punto forte, ma si rivela l'ennesimo motivo per sbattere la testa al muro).
Personaggi piatti, banali, stereotipati.
Insomma: non si salva NULLA. Non guardatelo!
Vi racconto la storia
La protagonista è una ragazzina di sedici anni, rimasta orfana, che decide di diventare una modella per poter guadagnare dei soldi a Los Angeles.
E già qui uno si fa due domande: ha già lavorato? E' sveglia, per cavarsela in questa metropoli?
NO!
E' una patata! (e sono buona)
Ovviamente lei è bella-bellissima, una cosa che paralizza chiunque la trovi davanti e li fa innamorare di lei all'istante, portandola dal nulla all'attenzione di fotografi che non esitano a volerla.
Totalmente ingenua e vergine (in ogni senso), che fa venire quasi il nervoso a vederla muoversi in questo mondo come se galleggiasse sopra a tutto il resto, come se la "sporcizia" non la toccasse.
Realismo pari a zero.
E (di nuovo) ovviamente si troverà in mezzo a delle modelle con la data di scadenza quasi arrivata, che sentendo il ticchettio avvicinarsi e non potendo impedire l'età di avanzare (nonostante sempre maggiori ritocchi estetici) diventano super gelose di questa ragazzina, che non si è ancora accorta di quando possano essere serpi quelli di quel mondo e non mette in dubbio niente di queste donne.
Già dalla prima scena si capisce che Ruby, una truccatrice, diventa amica di Jesse solo per potersela fare (è lampante!). Mentre Gigi e Sarah (le due "amiche al silicone") ogni tanto compaiono attorno a lei e non possono fare a meno di sfotterla, facendo le superstar grandi e vissute, quando ormai nessuno se le caga più.
In un mondo di corpi copia-incolla, tutti che cercano la perfezione in ogni modo, la lotta è spietata.
Ma Jesse è oltre tutto questo, per lei non esiste, lei è "la perfezione" e quindi non si pone il minimo problema riguardo a nulla.
Sarà solo verso la metà del film che, come per uno schiocco di dita, la nostra Jesse si sveglia e passa da timida campagnola, a modella che se la tira, con tanto di "loro vogliono essere me".
Ma è una fase, perché torna lobotomizzata la scena dopo.
Non poteva mancare il lato brutale maschile, rappresentato dal proprietario del motel dove vive Jess (un Keanu Reeves molto triste e piatto, in questa veste da padrone di casa che si sbatte le ragazzine). A contrapporsi a lui un bravo ragazzo, che non batte ciglio quando alla prima uscita lei si tira indietro perché non se la sente di baciarlo (timida ed impacciatissima, ricordate?), anzi, le continua a stare intorno, premuroso e gentile, pagandole i debiti ed aiutandola...fino a quando lei si rende conto di essere irresistibile e lo scarica in modo orribile.
Per chiudere il tutto?
Jesse scappa a casa di Ruby per poter rilassarsi (capendo che del padrone di casa "forse" non può fidarsi), ma lei ci prova arrivando quasi allo stupro e rimanendo scioccata quando lei la rifiuta.
Lo vede come un qualcosa di inaccettabile e inizia a perdere il cervello (del tipo "nessuno può dirmi di no").
C'è anche una scena (fatta malissimo!) dove Ruby, che fa la truccatrice anche in un obitorio, si immagina la donna stesa sul tavolo come Jesse e se la scopa.
Cambia scena e Jesse viene attaccata da una delle due "amiche al silicone" che la rincorre con un coltello per ammazzarla, ma finisce nel nulla. (Scena inutile)
Per finire con le tre donne che la portano sul bordo di una piscina vuota e la spingono giù, uccidendola (prevedibilissimo, dal primo istante in cui si vede la piscina).
Poi le siliconate scopano in doccia mentre si levano il sangue di dosso mentre Ruby fa il bagno nel sangue di Jesse. (Il senso di tutto ciò? Non ne ho idea)
Stacco e si riparte con un servizio fotografico, dove una delle due modelle (una delle siliconate) impazzisce, scappa piangendo e volendo "tirar fuori Jesse", così vomita un occhio intero e poi si pianta delle forbici nello stomaco, il tutto sotto lo sguardo di un'altra modella che resta impassibile...anzi! Prende l'occhio e se lo mangia, prima di tornare sul set.
Paura? Disgusto?
Per niente!
Solo schifo per aver perso tempo con questo obbrobrio.
TITOLO: Una serie di sfortunati eventi - La fine AUTORE: Lemony Snicket
EDITORE: Salani
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008
PAGINE:270
PREZZO (di copertina): 10,00 euro
GENERE: narrativa
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RECENSIONE DI: Alexis
VOTO: ★★★★☆
Ed eccoci qui a parlare dell'ultimo capitolo della saga più sfortunata del mondo! Dove eravamo rimasti? Ah sì, gli orfani Baudelaire erano scappati col Conte Olaf.. prima che vi vada il coridiale di cocco di traverso vi devo avvisare che sì, è tutto vero: Violet, Klaus e Sunny sembrano essersi "alleati" col loro nemico numero uno e stanno fuggendo a bordo della Carmelita. Dove li porterà la corrente? Su Olaflandia! In realtà sbarcano su un'isola dove trovano una ragazzina di nome Venerdì ad accoglierli la quale, con grande sollievo dei fratelli, non trova simpatico il Conte Olaf e lo manda via in malo modo. I tre ragazzi, rimasti finalmente soli, possono conoscere gli altri abitanti dell'isola, tra i quali spicca Ismaele, il facilitatore dell'isola.
Agli orfani non sfugge che gli abitanti dell'isola sono soggiogati da Ismaele, ma sembrano essere abbastanza contenti della loro vita: ogni volta che c'è una tempesta, loro hanno il compito di cercare tra i relitti oggetti interessanti e portarli a Ismaele. Facile, no? "Dipende dai punti di vista", direbbe una persona di mia conoscenza.. Isma non fa altro che scartare ciò che gli isolani trovano tra i relitti e - orrore! - non fa tenere nessun libro sull'isola.. un comportamento un po' losco, non credete? Un giorno la tempesta porta due inaspettati visitatori: il Conte Olaf (credevate che fosse finita qui?) e Kit Snicket. Anzi, forse tre: vi ricordate della Vipera Incredibilmente Letale? Ecco, proprio lei diventerà una preziosa alleata per i tre fratelli: insieme scopriranno un segreto che Isma ha sempre tenuto nascosto dal primo momento in cui li ha visti..
Ce la farà il Conte Olaf ad attuare il suo terribile piano finale?