AUTORE: Martin Sixsmith
EDITORE: Piemme
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2009
PAGINE: 457
PREZZO: 18,50 euro
GENERE: Biografico
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RECENSIONE DI: Chiara
VOTO: ★★★★★
Nel 1952 Philomena, una giovane
ragazza irlandese, rimane incinta e, poiché è una cosa considerata
inaccettabile per una ragazza nubile di quel tempo, viene inviata in un
convento dove dà alla luce un bambino, Anthony. Resta con lui per 3 anni, tempo
che le suore chiedono come “pagamento” per l’ospitalità. Finché, un giorno, non
le impongono di firmare dei documenti che servono per dare in adozione Anthony
a una famiglia americana. Da anziana, Philomena si rimetterà sulle sue tracce.
Non conoscevo questo libro. Avevo
sentito parlare del film ma non lo avevo mai visto. Tuttavia, quando ho visto
il libro in un mercatino, non sono riuscita a resistere e l’ho comprato.
Ho iniziato il libro un po’
controvoglia. Venivo da una serie di letture non molto entusiasmanti e, perciò,
non ero molto motivata. Ma, man mano che andavo avanti ne restavo sempre più
conquistata.
Una cosa sicuramente mi ha
sorpresa all’inizio del libro. Io ero convinta che il libro fosse raccontato
dal punto di vista della Philomena anziana. Invece, la storia segue in un primo
momento le vicende di Philomena mentre si trova al convento. Dopodiché, la
storia si sposta su Anthony/Michael e di Philomena non c’è più traccia per
molto tempo. L’ho trovato un ottimo espediente narrativo…le ricerche sono
concluse e l’autore ne condivide con noi il risultato.
Possiamo osservare tutto ciò che
è capitato a Anthony dopo essere stato adottato insieme a Mary, un’altra
bambina del convento, dalla famiglia americana. Ambientarsi a questa nuova
realtà non sarà facile per nessuno dei due e Anthony, in particolare, non smetterà
mai di chiedersi perché la madre naturale abbia deciso di darlo via (ovviamente
gli viene celato il fatto che Philomena non fosse d’accordo nell’adozione) e si
convince sempre di più di essere cattivo, di essere malvagio, convinzione che condizionerà
molte delle sue relazioni future. L’idea di capire lo porterà più volte a
mettersi sulle tracce della madre. Allo stesso tempo, dopo gli studi universitari
si guadagna un posto nel partito repubblicano e acquista, pian piano, posizioni
sempre più importanti. Questa è una cosa che mi ha ossessionato. Continuo a
pensare che se non avesse rivestito incarichi di un certo rilievo probabilmente
sarebbe stato molto più difficile, se non impossibile, riuscire a
rintracciarlo, considerando anche il fatto che i genitori adottivi gli avevano
cambiato nome e i documenti dell’adozione erano stati distrutti nel corso degli
anni. Quando si dice il destino!!!!
La storia è raccontata in modo
eccelso. I fatti sono accuratamente ricostruiti e i lettori non vedono l’ora di
vedere l’incontro finale tra madre e figlio. Però vi avverto…la storia ha un
lato decisamente drammatico, che spezza il cuore. Già il distacco tra Philomena
e Anthony è, a mio parere, tremendo. Vedere un bambino che viene portato via
alla madre naturale solo perché la società di quel tempo ritiene inaccettabile
che una madre sola cresca un figlio ti lascia davvero senza parole. Ma non è il
solo evento drammatico del libro. Sicuramente il periodo in cui sono ambientate
le vicende ha una sua rilevanza. Vorrei potervi dire di più ma qualsiasi minimo
accenno sarebbe troppo e porterebbe a degli spoiler. Perciò, posso solo dirvi che
la storia è veramente fantastica, potente e di una tristezza allucinante. Vi giuro
che alcuni eventi, o meglio combinazioni di eventi, sembrano quasi irreali e
usciti da un romanzo di fantasia. Eppure è tutto vero e questo è,
probabilmente, ciò che mi ha lasciata devastata emotivamente alla fine del
libro.
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