AUTORE: Jordan Belfort
EDITORE: BUR
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015
PAGINE: 585
PREZZO: 12 euro
GENERE: biografico
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RECENSIONE DI: Chiara
VOTO: ★★★★☆
Avevo mille soprannomi […] ma il mio
preferito era il Lupo di Wall Street, perché ero io sputato. Ero decisamente un
lupo in vesti d’agnello
Jordan Belfort,
telefonista in una società di brockeraggio, diventa in pochi anni un abilissimo
brocker guadagnando cifre davvero esorbitanti ma non si preoccupa di violare
leggi e, per questo, finisce nel mirino dell’FBI,
Partiamo con
ordine. Si tratta di un libro autobiografico scritto da Jordan Belfort che
racconta il suo periodo a Wall Street partendo da quando inizia un programma di
addestramento di 6 mesi alla LF Rothschild. Così ci viene descritto il suo
ingresso a Wall Street
Erano le nove e trenta in punto. Del 4 maggio 1987, il mio esordio a Wall
Street […]
Nel giro di qualche minuto tutti andavano avanti e indietro come
esagitati e gesticolavano e gridavano al telefono, creando un incredibile
frastuono. Era la prima volta che udivo il ruggito di una sala operativa di
Wall Street, simile al fragore di una folle tumultuante. Un rumore che non
dimenticherò mai, e che mi avrebbe cambiato per sempre la vita. Il rumore di
uomini inghiottiti da avidità e ambizione, che sputavano cuore e anima per
convincere ricchi imprenditori di ogni angolo d’America.
Ha solo un impego come
telefonista ma in pochissimi anni avvia una propria società di brockeraggio, la
Stratton Oakmont, una delle maggiori e di
gran lunga più azzardata nella storia del mercato finanziario. Il suo stile di
vita cambia completamente. Inizia a guadagnare milioni di dollari l’anno,
ha una mega villa, un elicottero e un buon numero di persone al suo servizio.
Quale formula segreta aveva scoperto la Stratton per consentire a quei
ragazzi disgustosamente giovani di ammassare disgustose quantità di denaro? Una
formula basata in gran parte su due semplici verità: primo, che la maggior
parte dei cittadini più ricchi d’America altro non erano che dei giocatori d’azzardo
degenerati incapaci di resistere alla tentazione di far rotolare ancora i dadi
pur sapendo che erano truccati a loro sfavore; e, secondo, che nonostante il
buon senso suggerisce il contrario, era possibile trasformare una mandria di
giovani uomini e donne rozzi e arrapati come bufali e dotati di un quoziente
intellettivo assolutamente scoraggiante in una squadra di maghi di Wall Street
e per ottenere questo risultato era
sufficiente scrivere ogni singola parola che i futuri maghi avrebbero dovuto
pronunciare e martellarla loro in testa, ogni giorno, due volte al giorno, per
circa un anno.
Ovviamente, non si preoccupa
minimamente delle numerose leggi che sta infrangendo. Tuttavia, è molto scaltro
e riesce ad aggirarle tanto che afferma che la Sec doveva inventarne sempre di
nuove per tentare di fermarli.
Quello che ci viene raccontato
nel libro, però, non riguarda solo la sua scalata al successo ma anche la sua
vita privata: la relazione con la seconda moglie Nadine e il rapporto con i
loro due figli Chandler e Carter ma anche il suo sempre maggior utilizzo di
droghe da cui non riesce proprio a star lontano.
D’altronde all’inizio del romanzo
Jordan spiega il perché di questo libro
Perché vi dico questo? Perché voglio che sappiate chi realmente sono e,
cosa più importante, chi non sono. E perché ho due figli miei e un mucchio di
cose da spiegare loro, un giorno. Dovrò spiegare come il loro amorevole papà
[...] sia stato un tempo una persona così spregevole. Ma ciò che mi auguro è
che il racconto della mia vita possa servire da monito tanto ai ricchi quanto
ai poveri; a chiunque viva con un cucchiaino nel naso e un cocktail si pillole
disciolte nello stomaco; o a qualsiasi persona accetti un dono di Dio e ne
faccia cattivo uso; a chiunque decida di passare al lato oscuro del potere e
vivere una vita di sfrenato edonismo. E a chiunque pensi che sia affascinante
essere conosciuto come un Lupo di Wall Street.
È un libro che
scorre abbastanza (un po’ meno a mio parere nelle parti più tecniche) anche
grazie al linguaggio utilizzato. Belfort non ha di certo peli sulla lingua e
praticamente dice tutto ciò che pensa senza filtri. Inoltre, il linguaggio che
usa vuole essere il più simile possibile a quello realmente usato quando si
sono svolte le vicende motivo per cui entriamo nella sua testa anche nei
momenti in cui è totalmente fatto e inizia a fare discorsi senza senso per noi
ma pienamente sensati per lui.
Insomma, è un buon
libro anche se da persona cinica quale sono lo prendo un po’ con le pinze a
perché credo che riuscire ad essere completamente oggettivi sulla propria vita
e sulle scelte fatte non sia per niente facile. Tuttavia, mi sento di
consigliarlo anche a chi, come me, non ha dimestichezza con l’economia 😊
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