AUTORE: Giuseppe
Culicchia
EDIZIONE: Mondadori
ANNO DI
PUBBLICAZIONE: 2012
PAGINE: 255
PREZZO (di copertina)
: 10 euro
GENERE: romanzo
contemporaneo
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RECENSIONE DI:
Roberta
VOTO: ★★★☆☆
“Stamattina hai l’Ikeite acuta. Ti succede
sempre, quando sei nei casini. Fosse per te ti ci fionderesti. Che relax,
comprati anche solo, chessò, un set di candele giganti Fenomen.”
Gaia, 38
anni, madre e moglie confusa sempre in preda ad un esaurimento nervoso, è la risposta
italiana alla newyorkese Rebecca Bloomwood ideata da Sophie Kinsella, anche
conosciuta come Madeleine Wickham.
Immersa in un mondo immaginario fatto solo di
shopping, sigarette e cellulari, la protagonista cerca, senza poi grandi
successi, di fronteggiare il proprio licenziamento, un marito evasivo ed una
figlia nel pieno di una crisi adolescenziale.
Temi visti
e rivisti affrontati con la solita frenesia che contraddistingue le malate di
shopping compulsivo che ritroviamo nei romanzi rosa che io considero come “pause
tra un mattone e l’altro”.
Per quanto
questo libro risulti banale nella storia, nei personaggi e nei problemi
affrontati, ciò che colpisce più di tutti è lo stile utilizzato dall’autore
caratterizzato da schemi sempre uguali, frasi brevi e ripetute sempre nello
stesso ordine.
Non
consiglierei questo libro per la trama, di cui ormai abbiamo piene le tasche,
ma suggerisco la lettura di qualche piccolo estratto per conoscere lo stile,
senz’altro originale ed unico, diventato ormai marchio di fabbrica di
Culicchia.
I lavori
di questo autore sono sempre intrisi di una nota cinica ed amarognola che
permettono di descrivere con grande realismo l’Italia dei nostri giorni, con i
suoi problemi e le sue losche e, mica tanto, nascoste abitudini.
I più
importanti libri dello scrittore sono sicuramente Tutti giù per terra, il suo primo romanzo, dal quale è stato tratto
un film diretto da Davide Ferrario con Valerio Mastandrea, il cui protagonista è
diventato il primo precario della narrativa italiana; Torino è casa mia e Bruci la
città la cui storia affronta il problema dell’uso della cocaina nei giorni
nostri.
In un’
intervista per Rai letteratura, l’autore si racconta confessando che la propria
carriera di scrittore è stata, per più
di dieci anni, contraddistinta da ripetuti insuccessi che terminarono con la
vincita del premio Montblanc del 1993 grazie al quale fu edito da Garzanti spalancandogli
le porte di quello che lui chiama “il circo letterario”.
L’autore,
vincitore di molteplici premi, ha diretto, dal 2007 al 2009, il Bookstock
Village della Fiera del Libro di Torino e nel 2014 la sezione Officina del
Salone del Libro di Torino. Ha curato per Feltrinelli la traduzione del romanzo
Le avventure di Huckleberry Finn di
Mark Twain, American Psycho e tanti
altri.
Da vent’anni Culicchia cerca di scrivere “una sorta di
ritratto antropologico del nostro paese” e con E così vorresti fare lo scrittore, crede di aver compiuto un
importante passo verso questa direzione parlando con il lettore raccontandogli,
e raccontandosi, con ironia le sorti che potrebbero aspettarlo alle porte del
mondo editoriale.
Ironico, realista e sincero Giuseppe Culicchia è un autore
che merita di essere conosciuto per essere amato o odiato. Uno stile da
conoscere, se non altro per avvicinarsi alla letteratura italiana contemporanea
che non sempre riesce ad essere apprezzata.
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