Anno di pubblicazione: 1969 - 1997
Editore: Rizzoli – Best BUR
Editore: Rizzoli – Best BUR
TRAMA
<< La Vita, cos’è?
>>, chiese la sorellina Elisabetta. Nasce come risposta al grande
interrogativo posto dalla sorella, uno dei capolavori italiani di maggior
successo. Tradotto in più di undici Paesi, Niente e così sia alterna caratteristiche
autobiografiche, testimonianze e tratti romanzati per portare alla luce un
crudo realismo: la Guerra in Vietnam, 1967. Oriana Fallaci, inviata dal
quotidiano L’Europeo, trascorse un
anno intero al fronte. Avendo come scopo il voler capire la differenza tra
vita e morte ed i loro rispettivi significati per l’essere umano, si trovò
faccia a faccia con il dolore e la sofferenza. Come può l’uomo essere il
creatore del suo stesso male? Conquistando sulla propria pelle cicatrici e
ferite di guerra, sopravvisse ad imboscate e terribili bombardamenti partecipando
in prima persona ad un attacco aereo per mano dell’esercito americano. Affiancata
dal terrore della guerra, comprese per merito di questa persistente paura la magia
della vita. Conobbe François Pelou, il quale divenne un ottimo compagno di
viaggio assieme al fotografo italiano Moroldo, e raccolse numerose
testimonianze e vari documenti, tra questi il prezioso diario di un vietcong. Giorno dopo giorno analizzò il contenuto dell’animo
umano, affermando infine: l’uomo non è né
angelo né bestia, è angelo ed è bestia.
PERCHE’ LEGGERE
QUESTO LIBRO?
Oriana Fallaci appartiene al colosso del giornalismo italiano.
A mio parere Niente e così sia è più di un semplice capolavoro. La Fallaci è riuscita a narrare appieno le sue sensazioni senza mai
cadere in
virtuosismi stilistici, stendendo tratti di un realismo romanzato. Potrei trascorrere giornate intere a descrivere la bellezza della sua scrittura. Ogni parola ha il suo peso specifico, ciascuna emozione è ben calibrata all’interno dell’opera. La Guerra del Vietnam ha creato un solco nel cuore di questa autrice, diventando per lei di grande importanza all’interno della vita quotidiana. Non riusciva infatti a non dedicare un piccolo pensiero, anche il più fulmineo, agli attimi trascorsi in quella terra. Il popolo vietnamita, l’esercito americano, le lacune politiche ed i milioni interrogativi lasciati a mezz’aria: tutto ciò fu per la Fallaci un sacco pesante da portare appresso.
Dal carattere forte e combattente, non si è mai arresa alla superficialità, preferendo di gran lunga nuotare immersa nella tempesta che afferrare il salvagente. Eppure, come soltanto le persone valorose d’animo sanno fare, ha cercato di esprimere e raccontare ciò che i suoi occhi serbarono tramite qualsiasi mezzo. Questo libro, oltre a descrivere nei minimi dettagli l’esperienza personale della donna, pone il lettore a tu per tu con l’altrui vita. Il Gettare il cuore oltre le fiamme, cantato dai Nomadi, delinea l’estremo eroismo di questa giornalista italiana. La paura di non farcela era inferiore alla paura di lasciare la popolazione senza una voce. È sempre stato questo lo scopo della Fallaci, dare voce agli esseri viventi e trattare tematiche di rilevanza.
In ogni pagina di questo scritto prende vita un quesito diverso: se un giorno
dovessi vivere la guerra, sarei disposto/a ad aprirmi alla comprensione? Se potessi
scegliere, sarei in grado di viverla per raccontarla? Se mi trovassi
catapultato/a su un aereo diretto verso un conflitto, avrei abbastanza coraggio
per riuscire a sopportare tutto quel dolore? Sarei ponto/a ad espormi alla
critica portando in spalle l’orrore presente in questo mondo? Ed in fondo, la
vita cos’è?virtuosismi stilistici, stendendo tratti di un realismo romanzato. Potrei trascorrere giornate intere a descrivere la bellezza della sua scrittura. Ogni parola ha il suo peso specifico, ciascuna emozione è ben calibrata all’interno dell’opera. La Guerra del Vietnam ha creato un solco nel cuore di questa autrice, diventando per lei di grande importanza all’interno della vita quotidiana. Non riusciva infatti a non dedicare un piccolo pensiero, anche il più fulmineo, agli attimi trascorsi in quella terra. Il popolo vietnamita, l’esercito americano, le lacune politiche ed i milioni interrogativi lasciati a mezz’aria: tutto ciò fu per la Fallaci un sacco pesante da portare appresso.
Dal carattere forte e combattente, non si è mai arresa alla superficialità, preferendo di gran lunga nuotare immersa nella tempesta che afferrare il salvagente. Eppure, come soltanto le persone valorose d’animo sanno fare, ha cercato di esprimere e raccontare ciò che i suoi occhi serbarono tramite qualsiasi mezzo. Questo libro, oltre a descrivere nei minimi dettagli l’esperienza personale della donna, pone il lettore a tu per tu con l’altrui vita. Il Gettare il cuore oltre le fiamme, cantato dai Nomadi, delinea l’estremo eroismo di questa giornalista italiana. La paura di non farcela era inferiore alla paura di lasciare la popolazione senza una voce. È sempre stato questo lo scopo della Fallaci, dare voce agli esseri viventi e trattare tematiche di rilevanza.
Vi consiglio caldamente di leggere questo scritto e, come disse questa grande Donna, vorrei lasciarvi un messaggio: Non è importante esistere, è importante gridare al mondo che si esiste.
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