LIBRO
TITOLO: Appunti di un giovane medico
AUTORE: Michail A. Bulgakov
EDITORE: BUR (Biblioteca Universale Rizzoli)
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1963
PAGINE: 201
PREZZO: 8 euro
GENERE: Classici moderni
------------------------------------------------
RECENSIONE DI: Giorgia
VOTO: ★★★★½
FILM
DIREZIONE: Alex Hardcastle
CASA DI PRODUZIONE: Big Talk Productions
ANNO: 2012 - 2013
NAZIONALITA': Inghilterra
GENERE: Drammatico / Commedia
STAGIONI: 2 (8 episodi da 22 min. l'uno)
-------------------------------------------------------
RECENSIONE DI: Giorgia
VOTO: ★★★½
COERENZA CON IL LIBRO: ★★★★
“Appunti di un giovane
medico” è una raccolta di racconti dell'autore russo Michail
Bulgakov. Essa contiene sette aneddoti più due racconti aggiunti
successivamente dal nome “Morfina” e “Io ho ucciso”.
Si tratta di un'opera
autobiografica che ha dato l'avvio alla conversione di Bulgakov da
medico a scrittore (passaggio che avviene definitivamente all'inizio
del 1920) ed è basata sull'esperienza vissuta nell'ospedale sperduto
di Nikol'skoe poco dopo la laurea in Medicina.
Bulgakov, nei panni del
dottor Bomgard, narra con lucidità e precisione i casi clinici che
si trova ad affrontare da medico responsabile dell'ospedale, con la
sola compagnia di tre infermieri e dell'immagine del suo
predecessore, Leopol'd Leopol'dovič,
la cui presenza aleggia nell'aria contribuendo al senso di
inadeguatezza del giovane protagonista.
I
fatti narrati da Bulgakov sono chirurgicamente precisi, descritti con
maestria quasi stessimo leggendo un manuale di Medicina, senza però
annoiare mai il lettore che si sente coinvolto sotto tutti i punti di
vista e tutte le percezioni sensoriali. La narrazione procede tesa,
asciutta, drammatica, ma ogni azione e atto è attraversato da un
filo di ironia che talvolta riesce anche a fare sorridere.
“[...]
A casa accesi la lampada nel mio studio e, dimenticandomi di togliere
il cappello, mi slancia verso la libreria.
Eccolo,
il Döderlein.
Ostetricia pratica. Mi misi a far frusciare in fretta le pagine
lucide.
«...
il rivolgimento è sempre un'operazione pericolosa per la madre...»
Un
brivido freddo mi corse per la schiena, lungo la spina dorsale.
«...Il
principale pericolo consiste nella possibilità di una rottura
spontanea dell'utero.»
Spon-ta-ne-a...
«...Se
l'ostetrico, introducendo la mano nell'utero, per mancanza di spazio
o per effetto di una riduzione delle pareti dell'utero, incontra
difficoltà a penetrare fino alla gamba, deve rinunciare a ulteriori
tentativi di effettuare il rivolgimento...»
Bello.
Se anche per qualche strano miracolo riuscirò a riconoscere queste
«difficoltà» e rinuncerò a «ulteriori tentativi», allora, mi
domando, che ne farò della donna cloroformizzata del villaggio di
Dul'cevo?
«...È
assolutamente vietato il tentativo di penetrare fino alle gambe
seguendo la schiena del feto...»
Buono
a sapersi. [...]”
L'ironia
che permea i racconti di Bulgakov fa sì che la narrazione non appaia
una mera descrizione dell'atto medico e chirurgico e mette in luce la
capacità dell'autore di utilizzare una scrittura sapiente da vera
letteratura. Inoltre, vi è una grande connessione tra l'ambiente e
la narrazione: il paesaggio ostile, muto, atttraversato dalla
tormenta di neve descrive brillantemente la solitudine del
protagonista e la sua “tormenta” interiore.
I
due racconti finali si discostano dagli altri sette per il punto di
vista (non vi è più la narrazione in prima persona) e per lo scopo
delle trame. Se “Morfina” si rivela essere un profondissimo
racconto in cui l'autore fa i conti con il suo passato da drogato
morfinomane e con un evento che ha irrimediabilmente colpito la sua
psiche, racchiudendo tutto ciò nel personaggio del dottor Poljakov,
“Io ho ucciso” vuole invece essere una critica agli uomini al
potere verso cui lui non sente alcun dovere e che lo portano ad
abbandonare la professione di medico perché considerata “scomoda”.
La
miniserie omonima televisiva tratta dalle storie narrate nel romanzo
di Bulgakov nasce da un'idea di Mark Chappell, Shaun Pye e Alan
Condor. Essa è composta da due stagioni di quattro episodi l'una da
circa 22 minuti e racconta due momenti distinti della carriera del
dottor Bomgard: la sua gioventù e, diversamente rispetto al libro,
l'età adulta in cui egli è un medico affermato accusato di avere
scritto false prescrizioni. Vediamo quindi un'alternanza tra il
presente e il passato, attraverso la lettura di un taccuino ritrovato
da Bomgard adulto su cui erano annotate le sue vicissitudini
giovanili in un ospedale di periferia.
L'espediente
del diario è reso nella miniserie in una maniera particolarmente
originale: il giovane Bomgard (interpretato da un Daniel Radcliffe
decisamente diverso da come lo ricordiamo ad Hogwarts) è spesso
accompagnato dal “fantasma” di se stesso adulto (interpretato da
un brillante Jon Hamm) che lo fa riflettere spesso sugli aspetti più
profondi delle vicende che gli accadono, specialmente nella seconda
stagione in cui vediamo Radcliffe alle prese con la dipendenza alla
morfina. Nel telefilm infatti è lui stesso ad essere morfinomane,
variazione rispetto al libro che rende la visione molto più
drammatica e carica di pathos. Aggiunto a questa vicenda, abbiamo il
triangolo che si viene a creare tra Bomgard, l'ostetrica Pelageya e
la bella straniera parigina di cui il dottore si innamora
perdutamente. Anche questa invenzione rende il telefilm più godibile
e coinvolgente.
Da
apprezzare particolarmente le interpretazioni dei due attori
principali che riescono a rendere alla perfezione l'umorismo e
l'ironia delle storie di Bulgakov senza scadere nel ridicolo. Daniel
Radcliffe finalmente riesce a trovare uno spessore che lo allontana
dalla “maledizione del maghetto con la cicatrice” e che lo vede
mettere alla luce una recitazione diversa e anche più matura. Molto
apprezzate sono inoltre le ambientazioni cupe, i colori lugubri che
rendono bene le descrizioni del libro.
Nel
complesso, dunque, consiglio vivamente sia la lettura del romanzo che
la visione della serie tv, soprattutto se siete amanti di questi temi
e non avete paura di vedere scene un po' forti.
Nessun commento:
Posta un commento