Titolo originale: Inside Out
Anno: 2015
Regia: Peter Docter, Ronnie del Carmen (co-regia)
Casa di produzione: Pixar Animation Studios
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Voto:★★★★★
Inside Out è un viaggio nella psiche umana, nel regno della nostra mente e dei nostri ricordi, nelle nostre emozioni, un viaggio attraverso tutto ciò che fa parte di noi e che ci fa essere proprio così come siamo.
Questo film d'animazione ci fa vivere questo viaggio come un percorso nella crescita e nei sentimenti, mostrandoci come vengono creati i nostri ricordi, e come questi influiscono sulla nostra vita.
Perché crescere vuol dire affrontare dei cambiamenti, e più cambiamo più ci discostiamo da quelle isole mentali che ci siamo creati con le esperienze e alle quali ci aggrappiamo per identificare chi siamo e cosa vogliamo.
Crescendo i ricordi sbiadiscono e vengono sostituiti da altri, i momenti belli diventano malinconici.
Per esempio siamo piccoli, e giocare ad hockey sul lago ghiacciato con mamma e papà ci riempie di gioia ed è sicuramente archiviabile come un prezioso ricordo di felicità, ma poi cresciamo, a hockey non ci giochiamo più, non c'è tempo, non c'è il modo, e pensare a quell'istante improvvisamente ci riempie di tristezza ed è difficile trattenere le lacrime.
Ed è esattamente ciò che accade a Riley, il centro della nostra storia.
Riley nasce e assieme a lei anche la sua prima emozione, Gioia, una dolce e piccola personcina dai capelli blu che vive nella sua testa e vede la sua vita dall'interno, vede ciò che vede lei, e vede crescere la sua mente man mano che si creano i ricordi e si afferma la sua personalità.
Per un attimo Gioia fantastica su una vita intera con Riley, loro due da sole, per sempre...ma questo per sempre si trasforma in "33 secondi", momento in cui compare Tristezza, e assieme a lei le prime lacrime di Riley.
Ciò che si delinea poi è un vero e proprio quartier generale che si anima grazie all'arrivo delle altre emozioni:
Paura, quella stessa paura che tenta di tenerci al sicuro fin da piccoli;
Disgusto, che prende in mano la situazione per esempio per impedirle di mangiare i broccoli, d'altronde quale bambino vuole mangiare i broccoli (e anche quale adulto);
Rabbia, perché bisogna pur arrabbiarsi quando ci viene proibito il dolce a meno che non finiamo quei disgustosi broccoli, è una vera ingiustizia!
Questo tuttavia è solo l'inizio, il viaggio continua e sembra che Gioia debba tenere tutto sotto controllo affinché le altre emozioni, soprattutto Tristezza, non inficino la felicità di Riley, ma è proprio quando la dolce e tenera Tristezza comincia ad intaccare i ricordi rendendoli tristi che inizia il vero percorso di crescita della bambina.
In fondo le emozioni convivono tutte dentro di noi, ci guidano e rendono colorita la nostra vita. Non c'è gioia senza dolore, non c'è rabbia senza serenità, e senza disgusto ci ritroveremmo tutti a mangiare i broccoli.
Vedrete le emozioni lavorare e impegnarsi per far crescere Riley e per farla vivere al meglio delle loro capacità, gioendo con lei, ridendo con lei, sostenendola nei momenti di crisi e di smarrimento.
Quindi non mi resta che dirvi di allacciarvi le cinture e di godervi questo viaggio.
Buona visione!
Emily
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