AUTORE: Fannie Flagg
EDITORE: BUR
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015
PAGINE: 393
PREZZO: 10 euro
GENERE: Narrativa
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RECENSIONE DI: Chiara
VOTO: ★★★★★
Di sicuro quello era solo un terribile incubo, la mattina dopo si
sarebbe svegliata e tutto sarebbe tornato alla normalità. Non poteva essere
vero.
Dopo il matrimonio della figlia, Sookie spera finalmente di
godersi un po’ di riposo ma, un giorno, si vede recapitare una lettera dalla
figlia dell’ex governante di sua madre in cui scopre di essere stata adottata. Per
lei sarà un vero e proprio shock.
Ho trovato questo libro in un mercatino dell’usato. Non avevo
letto niente di Fannie Flagg ma la conoscevo di fama per il libro Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle
Stop. Ho deciso quindi di prenderlo per farmi un’idea dello stile di questa
famosissima scrittrice e fin dalle primissime pagine ho capito che l’avrei
adorato. Ma andiamo per gradi.
Partiamo dal titolo che dà già un’idea di cosa aspettarci dal
libro (e che trovo anche molto simpatico per la sua lunghezza) cosa che, a mio
parere, non fa quello della versione originale The all-girl filling station’s last reunion.
E, ora, passiamo alla struttura del libro con la sua storia. Va
detto che la storia alterna capitoli sulla famiglia Jurdabralinski con capitoli
su Sookie e la sua famiglia. Ovviamente le due storie sono legate ma il questo
legame si comprenderà pian piano. Gli Jurdabralinski, Stanislaw e Linka, erano
di origine polacca ma si erano traferiti negli Stati Uniti agli inizi del Novecento.
Ebbero 5 figli: Fritzi, su cui si concentrerà gran parte della storia
ambientata nel passato, era la più ribelle fra tutti. Ben presto si appassionò
al volo facendolo diventare la sua professione. C’erano poi Wink, Gertrude May,
Tula June e la piccola Sophie. Sfruttando una buona intuizione Stanislaw decise
di aprire una stazione di servizio, la Wink’s Phillips 66, in cui pian piano
iniziarono a lavorare tutti i componenti della famiglia e che fu la loro
fortuna.
Nel presente, invece, vive Sookie, una donna di 60 anni che, dopo
aver fatto sposare la terza figlia spera solo di godersi il riposo. Tuttavia, l’inaspettata
lettera che le arriva la sconvolge sia per aver scoperto di essere di origine
polacca sia per aver scoperto di avere padre ignoto.
“Aspetta un attimo. Cosa ti fa credere di essere illegittima?”
“È scritto sul certificato di nascita: padre ignoto.”
“Sookie, le persone non danno più peso a cose del genere.”
“Ma io sì. Mi sento un’impostora, una specie di arrampicatrice
sociale. Potrei morire di vergogna. Mi sto guardando allo specchio in questo
momento e sono rossa come un pomodoro.”
“Ma perché, Sookie? Non hai fatto nulla di male. Di cosa ti
vergogni?”
“Mi conosci, mi sono sempre vantata di essere sincera e onesta. Poi
salta fuori che sono un’imbrogliona, che tutta la mia vita è stata una grossa
menzogna. Non potrò più camminare a testa alta.”
Pian piano riesce ad
accettare la cosa anche grazie al supporto dei figli e del marito ma sicuramente
non guastano le sedute dallo psicologo (tutte in gran segreto per evitare che
la madre la scoprisse). Così, Sookie, inizia a sperare anche di incontrare la
sua madre naturale. Non dico di più per non rovinarvi il finale. Però posso
dirvi che, nel complesso, è una storia che alterna momenti di tristezza a
momenti divertenti come il seguente
Già guardarla da lontano fu sconvolgente. Avrebbe voluto scendere
al piano di sotto, tirare fuori una bottiglia di vodka e scolarsela fino all’ultimo
goccio. Ci pensò su e fu fortemente tentata di farlo davvero, ma aveva paura di
mettere in imbarazzo suo marito e i suoi figli davanti a tutti. Purtroppo,
messa sotto pressione, aveva sempre avuto la tendenza a crollare e a commettere
stupidaggini. Al suo debutto in società aveva alzato un po’ troppo il gomito e
durante la cena di gala aveva usato il cucchiaio per lanciare una pallina di
gelato dall’altra parte del tavolo, centrando una cara amica di Leonore sulla
nuca. Quella sera stessa, aveva schiacciato un’oliva ed era scivolata sulla
pista da ballo atterrando sotto un tavolo. […]
Al suo matrimonio, percorrendo la navata era incespicata nel velo,
ed era l’unica persona che conoscesse a essersi fratturata una gamba cadendo da
una giostra ferma.
Insomma, è una storia
adorabile, leggera ma a tratti commovente. Assolutamente consigliata!!!
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