martedì 27 giugno 2017

Carve the mark - Veronica Roth





TITOLO: Carve the mark
AUTORE: Veronica Roth
EDITORE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2017
PAGINE: 427
PREZZO: 15,90€
GENERE: Fantasy/distopico
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RECENSIONE DI: Alexis
VOTO: ★★★☆ e mezzo






Carve the mark è il nuovo libro di Veronica Roth, la fortunatissima autrice della serie Divergent: quando mi sono approcciata alla lettura di questo nuovo volume avevo tante aspettative; credevo di trovare personaggi interessanti e ben sviluppati come Tris e Quattro e delle meravigliose avventure in un nuovo universo.. beh, devo ammettere che non ho girato l'ultima pagina pienamente soddisfatta.

Partiamo dalla trama: siamo in una galassia lontana dove ogni persona ha un donocorrente, ovvero un potere che lo rende unico e particolare fra tutti gli altri abitanti di Thuvhe. In questo pianete convivono molto poco serenamente i thuvhesiti, ai quali appartiene  il protagonista maschile Akos, e gli shotet, cui invece appartiene Cyra, la protagonista femminile.
Akos e Cyra possiedono dei doni molto peculiari che, soprattutto nel caso della ragazza, vengono visti come un fardello da portare dolorosamente giorno dopo giorno: Cyra può trasmettere dolore agli altri attraverso il contatto fisico; per questo motivo viene usata come arma prima dal padre poi dal fratello, Ryzek. Akos invece ha il potere di neutralizzare il dono di chi si trova di fronte a lui, con un semplice tocco della mano.
I due ragazzi, però, hanno in comune un'altra cosa: entrambi possiedono anche un fato e per questo vengono chiamati i predestinati: i fati sono da prendere molto seriamente perché mutano radicalmente le sorti di chi li porta; è un po' come si e ti rivelassero il futuro, senza poter chiaramente cambiare nulla di quello che ti è stato predetto. 

La vicenda comincia a farsi interessante quando Akos e suo fratello Eijeh vengono rapiti da alcuni guerrieri shotet perché i loro fati vengono sorprendentemente rivelati: i due vengono portati al cospetto di Ryzek che farà diventare Akos il servo di sua sorella Cyra; grazie al suo dono, infatti, il ragazzo può lenire le sue sofferenze.
Ad Eijeh tocca una sorte ben peggiore: essendo il futuro oracolo del pianeta rimarrà sempre al fianco del tiranno Ryzek, il quale lo userà per evitare e tutti costi il suo temutissimo fato.





Chiaramente tra Cyra e Akos non scorre buon sangue: la ragazza è "il flagello di Ryzek", la sorella del tiranno che ha permesso la cattura dei due fratelli e la morte del loro padre; anche una semplice amicizia tra i due sembra impossibile. La lotta per la sopravvivenza, però, può fare dei brutti scherzi e cambiare la tua vita in modi che non avresti mai immaginato..

Non continuo per evitare spoiler di un libro che ha tutte le carte in regola per appassionare sia i fan di Divergent che quelli che non si sono mai approcciati a quest'autrice; vi spiego però le ragioni per cui ho fatto fatica a "mandar giù" le vicende di Cyra e Akos.
Thuvhe è un pianeta talmente lontano dal nostro, così irraggiungibile che ho fatto fatica ed entrare completamente nella storia e a immedesimarmi nei personaggi: il romanzo è denso di informazioni e di alcuni termini prettamente tecnici che, ogni tanto, facevo fatica a capire cosa la Roth volesse dirmi. Un grande peccato aver scoperto, a pochi capitoli dalla fine, il glossario alla fine del libro che probabilmente mi avrebbe aiutato molto di più nella comprensione della storia e di quei tecnicismi di cui parlavo prima.


Un personaggio davvero ben fatto è quello di Cyra, a cui sono dedicati la maggior parte dei capitoli della storia. La descrizione del suo potere e dell'immensa sofferenza che porta con sè l'hanno resa amabile ai miei occhi: si capisce molto bene che la ragazza subisce passivamente il suo destino, un destino che vorrebbe cambiare a tutti i costi se solo potesse.. Solo l'incontro con Akos l'aiuterà a capire chi è davvero e se il suo destino è quello di rimanere per sempre "il flagello di Ryzek". Peccato invece per Akos e tanti altri personaggi interessanti che sono stati, a mio parere, poco approfonditi; la Roth ha usato un bell'espediente per raccontare la storia, ovvero servendosi dei due punti di vista dei protagonisti anche se non ho pienamente capito perchè per Cyra abbia usato la prima persona mentre per Akos la terza.

Attendo comunque con più o meno impazienza il seguito di Carve the mark perchè il finale a suscitato in me un grande interesse.. ed è proprio la fine del libro che mi ha convinta ad aggiungere quella mezza stellina nella mia valutazione.

Veronica, non deluderci, ho fiducia in te!

Alexis

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