ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO CONTIENE NUMEROSI SPOILER!
LIBRO
LIBRO
AUTORE: Agatha Christie
EDITORE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1939
PAGINE: 182
PREZZO: 10,00 euro
GENERE: giallo
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RECENSIONE DI: Alexis e Vicky
VOTO: ★★★★★
SERIE TV
DIREZIONE: Craig Viveiros
CASA DI PRODUZIONE:BBC One
ANNO: 2015
NAZIONALITÀ : Inghilterra
GENERE: Drammatico / Thriller
STAGIONI: 1 (3 episodi da 60 min. l'uno)
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RECENSIONE DI: Alexis e Vicky
VOTO: ★★★★★
COERENZA CON IL LIBRO: ★★★★
"Dieci piccoli indiani" è un grande capolavoro della scrittrice inglese Agatha Christie: in Gran Bretagna è stato pubblicato nel 1939 ed è il libro giallo più venduto in assoluto.
Il fatto non mi stupisce: la Christie ha saputo creare una storia avvincente, ricca di suspence, dalla quale difficilmente si riescono a staccare gli occhi; in pochi scrittori, a mio parere, riescono a creare un'atmosfera così coinvolgente e a farti entrare in un mondo tutto tuo, così ricco di dettagli e avvenimenti che ti fa sentire parte integrante di ciò che stai leggendo.
Rapita dall'enigmatico titolo, mi sono immersa nella lettura: dieci persone vengono invitate dal signor e dalla signore Owen a soggiornare presso la loro abitazione a Nigger Island.
Gli otto ospiti non si conoscono: il giorno del loro arrivo vengono accolti dai due domestici, i quali annunciano che i proprietari non ci sono. L'unica cosa che hanno in comune è la lettera di invito da parte dei signori Owen e una filastrocca appesa in camera che racconta la storia di dieci piccoli indiani, i quali muoiono uno dopo l'altro. Gli ospiti sono molto curiosi del perché si trovino tutti su quell'isola, infatti le risposte non tarderanno ad arrivare. Durante la cena, una voce proveniente da un grammofono, accusa le dieci persone di aver compiuto dei crimini terribili: gli ospiti sono senza parole e non capiscono cosa stia succedendo.
Il fatto non mi stupisce: la Christie ha saputo creare una storia avvincente, ricca di suspence, dalla quale difficilmente si riescono a staccare gli occhi; in pochi scrittori, a mio parere, riescono a creare un'atmosfera così coinvolgente e a farti entrare in un mondo tutto tuo, così ricco di dettagli e avvenimenti che ti fa sentire parte integrante di ciò che stai leggendo.
Rapita dall'enigmatico titolo, mi sono immersa nella lettura: dieci persone vengono invitate dal signor e dalla signore Owen a soggiornare presso la loro abitazione a Nigger Island.
Gli otto ospiti non si conoscono: il giorno del loro arrivo vengono accolti dai due domestici, i quali annunciano che i proprietari non ci sono. L'unica cosa che hanno in comune è la lettera di invito da parte dei signori Owen e una filastrocca appesa in camera che racconta la storia di dieci piccoli indiani, i quali muoiono uno dopo l'altro. Gli ospiti sono molto curiosi del perché si trovino tutti su quell'isola, infatti le risposte non tarderanno ad arrivare. Durante la cena, una voce proveniente da un grammofono, accusa le dieci persone di aver compiuto dei crimini terribili: gli ospiti sono senza parole e non capiscono cosa stia succedendo.
La polizia, nell'epilogo, fa tante congetture ma non riesce proprio a capire chi poteva essere l'assassino di Nigger Island. Grazie ad una lettera trovata dentro ad una bottiglia nel mare scopriranno tutta la verità: l'assassino confessa di aver ucciso tutte quelle persone perché avevano commesso dei crimini ed erano riusciti a farla franca, per questo motivo hanno meritato di morire.
L'assassino racconta di come si sia sbarazzato prima di quelli che avevano commesso crimini inferiori, mentre per ultimi quelli che avevano commesso l'omicidio volontariamente; il killer era proprio uno degli ospiti della villa il quale aveva finto inizialmente la sua morte, per poi suicidarsi alla fine, per compiere il suo diabolico piano.
Per i puristi, alcune di queste disparità potrebbero risultare esagerate e inutili, che vanno ad alterare i delicati equilibri narrativi; ai meno fiscali, le ingegnose alternative proposte non faranno storcere il naso.
Io mi trovo in una via di mezzo. Comprendo la volontà del regista e dello sceneggiatore di restituire una personale interpretazione e intuisco anche la necessità di adattare la storia originale alle dimensioni televisive e alle aspettative del pubblico, ma non posso perdonare alcune modifiche apportate nella struttura dei personaggi e dei loro rapporti e delle variazioni proposte nella puntata conclusiva.
Presa in valore assoluto, la serie è eccezionale: una trama avvincente e sviluppata in modo da mantenere alta la suspense, attori - a me sconosciuti - che ci regalano interpretazioni magistrali e che regalano una tridimensionalità, anche se alterata ed enfatizzata, ai personaggi conosciuti sulla carta, una location azzeccata che evoca il senso di prigionia degli sfortunati costretti su questa dannata isola.
Ma - perché c'è sempre un ma - essendo affezionata alla versione scaturita dalla penna della famosa scrittrice, trovo la trasposizione manchevole e difettosa, e talvolta oltraggiosa (la purista che è in me viene fuori).
Nel leggere il romanzo mi sembrava di essere una fortunata invisibile e impotente spettatrice giunta sull'isola insieme ai malcapitati ospiti: in un susseguirsi di accuse senza fondamento e intuizioni che si rivelano ingenue ed inesatte, assistiamo alla messa in scena della terrificante e predittiva poesia dei 10 piccoli indiani.
Curiosità sul libro:
* il titolo originale del romanzo è "And then there were none" (ripreso per la serie tv: ben fatto ragazzi!): evocativo e profetico. La primissima edizione, in realtà portava il titolo "Ten Little Nigger", salvo poi essere modificato in quello che noi conosciamo a causa dell'interpretazione razzista della parola "negro". Nella prima pubblicazione in Italia viene fedelmente tradotto in "E poi non rimase nessuno" per poi venir successivamente modificato in "10 piccoli indiani".
* nella traduzione italiana si perde la sottile connessione che esiste tra l'isola proprietà del signor Owen, la poesia divinatoria e le statuette che misteriosamente scompaiono alla morte degli ospiti: il nome dell'isola è Nigger Island, a causa della sua somiglianza ad una "testa di negro"; nelle prime edizioni pubblicate in inglese i malcapitati protagonisti della poesia erano "Ten Little Nigger" (successivamente sostituiti da "soldiers" o "indians" - da qui la versione italiana del titolo); le statuette legate alla presenza degli ospiti raffiguravano proprio dei negretti.
I commenti che seguono contengono ANTICIPAZIONI SUL FINALE.
Decisamente meno suggestivi e piacevoli il festino tra gli ultimi quattro sopravvissuti e la scappatella tra Vera e Lombard, forse dovuta alla sensazione di morte imminente, forse alla convivenza forzata, forse ad entrambe le cose.
Un particolare non di poco conto che non mi era parso di evincere durante la lettura riguarda le vicende di Miss Claythorne. Il suo capo d'imputazione è la morte del bambino a cui faceva da governante, che nella serie si veste di una pesante cappa di premeditazione: ha davvero lasciato morire il bambino affinché il suo squattrinato amante potesse ereditarne le sostanze?
La scoperta del colpevole mi ha lasciata a dir poco interdetta, della serie "ma lui non era morto?".
Sarebbe stato troppo semplice - ma materialmente difficile da mettere in opera - se l'assassino fosse stata la signorina Claythorne, ultima a morire.
Invece la figura del giustiziere è impersonata da colui che ha amministrato la (sua) giustizia per tutta una vita.
Tale scoperta per i lettori non è stata così banale come lo è stata per gli spettatori profani: se nella serie il giudice Wargrave risorge dalla sua finta morte mentre la signorina Vera è appesa al soffitto per sciogliere dinanzi a lei - e a noi - l'intera matassa, nel libro avviene in maniera decisamente diversa, più poetica e romanzata, se si può dire.
Senza svelare troppo per coloro che volessero leggere il libro, in esso è presente un fugace intervento della polizia, portavoce delle rivelazioni di morte, elemento che manca nella serie.
Che per lo sviluppo di quest'ultima non si siano voluti inserire personaggi esterni alla vicenda, facendola rimanere, dall'inizio alla fine, un segreto tra i 10 piccoli indiani?
Alexis & Vicky
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