Volevo che tu
imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che
credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Avere coraggio
significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare
egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere in
questi casi, ma qualche volta succede.
Cara Harper,
proprio ieri davanti al mondo intero ci hai lasciati,
chiudendo quei magnifici e curiosi occhi che sapevano vedere la verità dentro
la banalità dell’evidenza.
Sono stati anni difficili quelli che hai vissuto: hai visto
la guerra, la delinquenza, i pregiudizi, la morte. Hai affrontato la resistenza
delle menti del potere e la fragilità di quelle più semplici. Hai visto con i
tuoi stessi occhi i loschi affari che giravano intorno alle tue inchieste ed
hai affrontato con determinazione le difficoltà della tua vita.
Non hai voluto lasciarti condizionare dalle strade già
percorse dagli altri, ma ne hai costruita una tutta tua. Hai lasciato così la
tua famiglia per affrontare la magnifica e travolgente New York.
Tu volevi semplicemente scrivere, tutto qui.
Le mille idee, pensieri, osservazioni che solo una donna
come te poteva fare, non meritavano di essere annegate nel silenzio. E così hai
spolverato la tua macchina da scrivere ed hai cominciato a raccontare..
I tuoi non erano semplici personaggi, ma persone con una
testa ed un cuore che pulsava. Sei riuscita a farci sognare presentandoci
Atticus, vessillo di giustizia e sensibilità, Jem, fratellino orgoglioso e dispettoso,
Dill, l’alter ego del tuo amico Truman e la piccola Harper Lee, sotto il nome
di Scout, protagonista del tuo più famoso romanzo.
Erano tutti lì, a farti compagnia e a ricordarti quanto
fosse importante guardare oltre le apparenze, non lasciarsi influenzare dai
pregiudizi degli altri e rischiare quando il fine è quello giusto.
Ci hai regalato mille ed incancellabili riflessioni che
ancora oggi, dopo quasi sessant’anni, hanno il merito di illuminare le verità
che continuiamo a nascondere.
Il buio oltre la
siepe è quell’ignoto che regna oltre le nostre sicurezze e tu, come sempre, l’hai
voluto affrontare aprendo bene gli occhi e tappandoti le orecchie per non
sentire altro che la tua voce interiore.
Non è stato vano il tuo lavoro, e non parlo solo per i premi
che hanno reso onore al tuo impegno, ma per l’affetto che sei riuscita ad
ottenere semplicemente scrivendo ciò che avevi dentro.
Tu non eri una semplice scrittrice, ma un’anima piena di quella
forza e quel coraggio che hai descritto nel tuo più grande capolavoro.
Ci hai lasciati, e con te è andata via anche una parte del
tuo incantevole mondo nell’Alabama.
Scout lo sapeva, leggere è come respirare; per questo
capisci il valore dei libri solo quando ti mancano. Lo stesso varrà anche per
te amica mia, il valore delle tue parole aumenterà sempre di più, come se
questo mezzo secolo non fosse stato abbastanza.
Addio cara Harper, ci rivediamo presto nel primo capitolo.
Con affetto,
Roby
Splendido saluto a una splendida scrittrice <3
RispondiEliminaGrazie mille :) Roby
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