sabato 20 febbraio 2016

Addio Harper Lee..


Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Avere coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede.


Cara Harper,
proprio ieri davanti al mondo intero ci hai lasciati, chiudendo quei magnifici e curiosi occhi che sapevano vedere la verità dentro la banalità dell’evidenza.

Sono stati anni difficili quelli che hai vissuto: hai visto la guerra, la delinquenza, i pregiudizi, la morte. Hai affrontato la resistenza delle menti del potere e la fragilità di quelle più semplici. Hai visto con i tuoi stessi occhi i loschi affari che giravano intorno alle tue inchieste ed hai affrontato con determinazione le difficoltà della tua vita.

Non hai voluto lasciarti condizionare dalle strade già percorse dagli altri, ma ne hai costruita una tutta tua. Hai lasciato così la tua famiglia per affrontare la magnifica e travolgente New York.

Tu volevi semplicemente scrivere, tutto qui.

Le mille idee, pensieri, osservazioni che solo una donna come te poteva fare, non meritavano di essere annegate nel silenzio. E così hai spolverato la tua macchina da scrivere ed hai cominciato a raccontare..

I tuoi non erano semplici personaggi, ma persone con una testa ed un cuore che pulsava. Sei riuscita a farci sognare presentandoci Atticus, vessillo di giustizia e sensibilità, Jem, fratellino orgoglioso e dispettoso, Dill, l’alter ego del tuo amico Truman e la piccola Harper Lee, sotto il nome di Scout, protagonista del tuo più famoso romanzo.

Erano tutti lì, a farti compagnia e a ricordarti quanto fosse importante guardare oltre le apparenze, non lasciarsi influenzare dai pregiudizi degli altri e rischiare quando il fine è quello giusto.

Ci hai regalato mille ed incancellabili riflessioni che ancora oggi, dopo quasi sessant’anni, hanno il merito di illuminare le verità che continuiamo a nascondere.

 Il buio oltre la siepe è quell’ignoto che regna oltre le nostre sicurezze e tu, come sempre, l’hai voluto affrontare aprendo bene gli occhi e tappandoti le orecchie per non sentire altro che la tua voce interiore.

Non è stato vano il tuo lavoro, e non parlo solo per i premi che hanno reso onore al tuo impegno, ma per l’affetto che sei riuscita ad ottenere semplicemente scrivendo ciò che avevi dentro.

Tu non eri una semplice scrittrice, ma un’anima piena di quella forza e quel coraggio che hai descritto nel tuo più grande capolavoro.

Ci hai lasciati, e con te è andata via anche una parte del tuo incantevole mondo nell’Alabama.
Scout lo sapeva, leggere è come respirare; per questo capisci il valore dei libri solo quando ti mancano. Lo stesso varrà anche per te amica mia, il valore delle tue parole aumenterà sempre di più, come se questo mezzo secolo non fosse stato abbastanza.

Addio cara Harper, ci rivediamo presto nel primo capitolo.

Con affetto,

Roby 

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