mercoledì 13 gennaio 2016

La liberia di zia Charlotte - Thomas Montasser

TITOLO: La libreria di zia Charlotte
AUTORE: Thomas Montasser
EDIZIONE: Neri Pozza
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015
PAGINE: 159
PREZZO (di copertina) : 15 euro
GENERE: romanzo
------------------------------------------------
RECENSIONE DI: Roberta
VOTO: ★★★



“.. la piccola bottega dell’anziana signora, sebbene un po’ appartata, si trovava in un’ottima zona di passaggio. Probabilmente una pasticceria avrebbe fatto ottimi affari, come pure un negozio di bevande, per non parlare di una palestra. Per l’anziana signora, che il nostro osservatore inesistente avrebbe visto all’inizio, le cose erano più difficili. Molto più difficili.”


L’anziana signora si chiama Charlotte, zia Charlotte per la precisione, e la piccola bottega, una nascosta ed incantevole libreria, era il suo regno. Non c’era libro che lei non conoscesse e non c’era cliente che lei non riuscisse a conquistare.

Per sconosciute motivazioni zia Charlotte, in un qualunque e ventoso giorno, lasciò nelle mani della propria nipote Valerie le sorti della piccola attività per poi sparire nel nulla.

E’ da qui che comincia la vera storia. Spaesata ed un po’ infastidita Valerie cerca di raccapezzarsi tra inventari e libri contabili in quel mondo che aveva vissuto solo nella sua giovinezza e che sembrava aver abbandonato da un bel pezzo per fare invece posto alla sua vita da studentessa di economia.
Tra fantastici volumi ed originali clienti la protagonista riscopre l’amore per la lettura e per quel piccolo, e allo stesso tempo enorme, mondo di libri.


Questo romanzo ha ottimi potenziali: una zia che sparisce, una piccola libreria, scaffali pieni di libri magici da scoprire, eppure la storia sembra non riuscire ad entrare nel vivo. La vita della giovane Valerie sembra essere raccontata in modo superficiale e poco convincente.

Quando ho acquistato questo libro avevo immaginato di essere rapita in un turbine di emozioni che solo una lettrice compulsiva poteva conoscere. Eppure mi sono ritrovata a leggere un libro che spreca solo inutili pagine bianche per distanziare un capitolo dall’altro, quasi per riempire di fogli quei vuoti che l’autore avrebbe dovuto colmare di parole.

La storia è carina, ma manca di forti emozioni. Tra delusione e sorpresa ho terminato questo libro con una domanda: che ne sarà della protagonista e della libreria?

A questa domanda risponde, anzi non risponde, il sorprendente finale, ovvero la mia parte preferita del libro, che non mi attrae molto per come conclude la storia, ma per come si evolve nell’epilogo. In quell’unica pagina si riscopre l’origine della letteratura dell’autore e forse il senso del suo romanzo.

Thomas Montasser ha scritto numerosi libri per bambini e La libreria di zia Charlotte è il suo primo tentativo di letteratura per adulti. Più che adulti i destinatari di questo libro devono essere dei sognatori che, il quelle pagine bianche, sono, a mio avviso, tacitamente invitati a completare questo romanzo che sembra essere stato scritto su foglie sibilline che, in un vortice di vento, sono state smarrite. Il lavoro che ne deriva  è un libro che sussurra una storia da rielaborare e da arricchire con la sola immaginazione di chi la legge.

La superficialità della storia, tipica dei racconti per bambini, viene ampiamente ricompensata dalla delicatezza delle descrizioni.

L’autore parla al lettore suggerendogli riflessioni, come si fa con i bambini, o anticipando le sue aspettative con il risultato di incollarlo alle pagine che in un attimo vengono divorate.

Chi legge un libro dalla prima all’ultima riga, lo aggiunge al corso convenzionale dell’esistenza. Ma a volta ci succede di aprire un libro a metà, di soffermarci su una frase e di seguire il racconto da lì, per così dire come ospiti del futuro. Ci sono libri che chiedono di essere aperti e scoperti a piacere.”


Che l’incompletezza di questo libro sia un pregio o un difetto lascio a voi decidere. Quello che so è che ogni tanto fa bene immergersi in letture come queste che lasciano libera l’immaginazione facendoci quasi diventare inesperti narratori.

Nessun commento:

Posta un commento