lunedì 5 ottobre 2015

Appunti di un giovane medico - Libro vs. Serie TV

LIBRO

TITOLO:  Appunti di un giovane medico
AUTORE: Michail A. Bulgakov
EDITORE: BUR (Biblioteca Universale Rizzoli)
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1963
PAGINE: 201
PREZZO: 8 euro
GENERE: Classici moderni
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RECENSIONE DI: Giorgia 
VOTO: ★★★★½



                                                        FILM


TITOLO: Appunti di un giovane medico
DIREZIONE: Alex Hardcastle
CASA DI PRODUZIONE: Big Talk Productions
ANNO: 2012 - 2013
NAZIONALITA': Inghilterra
GENERE: Drammatico / Commedia
STAGIONI: 2 (8 episodi da 22 min. l'uno)
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RECENSIONE DI: Giorgia
VOTO: ★★★½
COERENZA CON IL LIBRO: ★★★


“Appunti di un giovane medico” è una raccolta di racconti dell'autore russo Michail Bulgakov. Essa contiene sette aneddoti più due racconti aggiunti successivamente dal nome “Morfina” e “Io ho ucciso”.
Si tratta di un'opera autobiografica che ha dato l'avvio alla conversione di Bulgakov da medico a scrittore (passaggio che avviene definitivamente all'inizio del 1920) ed è basata sull'esperienza vissuta nell'ospedale sperduto di Nikol'skoe poco dopo la laurea in Medicina.
Bulgakov, nei panni del dottor Bomgard, narra con lucidità e precisione i casi clinici che si trova ad affrontare da medico responsabile dell'ospedale, con la sola compagnia di tre infermieri e dell'immagine del suo predecessore, Leopol'd Leopol'dovič, la cui presenza aleggia nell'aria contribuendo al senso di inadeguatezza del giovane protagonista.
I fatti narrati da Bulgakov sono chirurgicamente precisi, descritti con maestria quasi stessimo leggendo un manuale di Medicina, senza però annoiare mai il lettore che si sente coinvolto sotto tutti i punti di vista e tutte le percezioni sensoriali. La narrazione procede tesa, asciutta, drammatica, ma ogni azione e atto è attraversato da un filo di ironia che talvolta riesce anche a fare sorridere.

[...] A casa accesi la lampada nel mio studio e, dimenticandomi di togliere il cappello, mi slancia verso la libreria.
Eccolo, il Döderlein. Ostetricia pratica. Mi misi a far frusciare in fretta le pagine lucide.
«... il rivolgimento è sempre un'operazione pericolosa per la madre...»
Un brivido freddo mi corse per la schiena, lungo la spina dorsale.
«...Il principale pericolo consiste nella possibilità di una rottura spontanea dell'utero.»
Spon-ta-ne-a...
«...Se l'ostetrico, introducendo la mano nell'utero, per mancanza di spazio o per effetto di una riduzione delle pareti dell'utero, incontra difficoltà a penetrare fino alla gamba, deve rinunciare a ulteriori tentativi di effettuare il rivolgimento...»
Bello. Se anche per qualche strano miracolo riuscirò a riconoscere queste «difficoltà» e rinuncerò a «ulteriori tentativi», allora, mi domando, che ne farò della donna cloroformizzata del villaggio di Dul'cevo?
«...È assolutamente vietato il tentativo di penetrare fino alle gambe seguendo la schiena del feto...»
Buono a sapersi. [...]”

L'ironia che permea i racconti di Bulgakov fa sì che la narrazione non appaia una mera descrizione dell'atto medico e chirurgico e mette in luce la capacità dell'autore di utilizzare una scrittura sapiente da vera letteratura. Inoltre, vi è una grande connessione tra l'ambiente e la narrazione: il paesaggio ostile, muto, atttraversato dalla tormenta di neve descrive brillantemente la solitudine del protagonista e la sua “tormenta” interiore.
I due racconti finali si discostano dagli altri sette per il punto di vista (non vi è più la narrazione in prima persona) e per lo scopo delle trame. Se “Morfina” si rivela essere un profondissimo racconto in cui l'autore fa i conti con il suo passato da drogato morfinomane e con un evento che ha irrimediabilmente colpito la sua psiche, racchiudendo tutto ciò nel personaggio del dottor Poljakov, “Io ho ucciso” vuole invece essere una critica agli uomini al potere verso cui lui non sente alcun dovere e che lo portano ad abbandonare la professione di medico perché considerata “scomoda”.


La miniserie omonima televisiva tratta dalle storie narrate nel romanzo di Bulgakov nasce da un'idea di Mark Chappell, Shaun Pye e Alan Condor. Essa è composta da due stagioni di quattro episodi l'una da circa 22 minuti e racconta due momenti distinti della carriera del dottor Bomgard: la sua gioventù e, diversamente rispetto al libro, l'età adulta in cui egli è un medico affermato accusato di avere scritto false prescrizioni. Vediamo quindi un'alternanza tra il presente e il passato, attraverso la lettura di un taccuino ritrovato da Bomgard adulto su cui erano annotate le sue vicissitudini giovanili in un ospedale di periferia.
L'espediente del diario è reso nella miniserie in una maniera particolarmente originale: il giovane Bomgard (interpretato da un Daniel Radcliffe decisamente diverso da come lo ricordiamo ad Hogwarts) è spesso accompagnato dal “fantasma” di se stesso adulto (interpretato da un brillante Jon Hamm) che lo fa riflettere spesso sugli aspetti più profondi delle vicende che gli accadono, specialmente nella seconda stagione in cui vediamo Radcliffe alle prese con la dipendenza alla morfina. Nel telefilm infatti è lui stesso ad essere morfinomane, variazione rispetto al libro che rende la visione molto più drammatica e carica di pathos. Aggiunto a questa vicenda, abbiamo il triangolo che si viene a creare tra Bomgard, l'ostetrica Pelageya e la bella straniera parigina di cui il dottore si innamora perdutamente. Anche questa invenzione rende il telefilm più godibile e coinvolgente.
Da apprezzare particolarmente le interpretazioni dei due attori principali che riescono a rendere alla perfezione l'umorismo e l'ironia delle storie di Bulgakov senza scadere nel ridicolo. Daniel Radcliffe finalmente riesce a trovare uno spessore che lo allontana dalla “maledizione del maghetto con la cicatrice” e che lo vede mettere alla luce una recitazione diversa e anche più matura. Molto apprezzate sono inoltre le ambientazioni cupe, i colori lugubri che rendono bene le descrizioni del libro.


Nel complesso, dunque, consiglio vivamente sia la lettura del romanzo che la visione della serie tv, soprattutto se siete amanti di questi temi e non avete paura di vedere scene un po' forti.

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