mercoledì 14 ottobre 2015

10 anni di Arctic Monkeys


"We're Arctic Monkeys, this is I Bet You Look Good On The Dancefloor.
Don't believe the hype."

Così Alex Turner, esattamente 10 anni fa, presentava al mondo la sua band, gli Arctic Monkeys, e il loro singolo di debutto. In realtà i ragazzi erano già conosciuti nel settore; sono stati infatti tra i primi ad usare la rete e i blog per divulgare la propria musica in modo totalmente indipendente, riscuotendo una grande risposta da parte del pubblico.
Il loro primo singolo sprizza energia da tutti i pori e l'esibizione tradisce anche una certa timidezza. Il testo è uno spaccato di vita di un ragazzo dell'Inghilterra del nord e ci concede anche un riferimento letterario a 1984 di Orwell. I riferimenti letterari continueranno a comparire nelle canzoni della band, così come quelli cinematografici e "folkloristici".
Questi quattro brufolosi ragazzi dello Yorkshire, tutti tra i 19 e i 20 anni, hanno fatto nel mondo del rock un'entrata col botto, come si suol dire. Con il loro primo lavoro di studio, Whatever People Say I Am, That's What I'm Not, hanno registrato il record di maggior numero di copie vendute per un album di debutto, battendo così dopo 12 anni il record precedentemente stabilito dagli Oasis (e scusate se è poco).
Da quel momento in poi la band non si è più fermata e ha prodotto, dal 2006 al 2013, 5 album, 2 EP e una quantità staordinaria di b-sides.
Ma andiamo per gradi.

Con il primo album i ragazzi si guadagnano un ruolo di tutto rispetto nel mondo del rock inglese (e mondiale), imponendosi con uno stile energico, esplosivo e anche, perché no, un po' arrogante, con testi capaci di dipingere squarci di vita della provincia inglese e che vanno a comporre una sorta di concept-album. Già da questo primo lavoro di studio emerge la fantasia e l'abilità di Turner nello scrivere testi, ognuno dei quali racconta una storia e riflette senza dubbio l'animo di un diciottenne, ma senza mai cadere nella banalità. Se letti attentamente fanno spuntare un sorriso, che però è anche un po' amaro.
Poco dopo la band pubblica un EP dal titolo Who The Fuck Are Arctic Monkeys, in cui autoironicamente affermano che, probabilmente, nel giro di 5 anni sarebbero finiti nel dimenticatoio e la gente, sentendoli nominare, avrebbe risposto con questa domanda. Ma così non è stato.





Gli Arctic Monkeys non si danno tregua e dopo appena un anno dal primo (e un cambio di bassista), pubblicano il loro secondo album, Favourite Worst Nightmare, preceduto dal singolo Brianstorm. La differenza temporale con il primo album è minima, ma con questo lavoro la musica degli enfants prodiges di Sheffield perde un po' della sua "spocchiosità" e si articola in canzoni forse più complesse e ragionate, ma pur sempre spontanee. Dopo essere stato eletto dalla rivista NME "coolest man on the planet", Turner fa spuntare un po' della sua maturità, ancora acerba, anche nei suoi testi, dove a tratti si legge qualche nota di malinconia. Questo è forse l'album che contiene i pezzi più famosi della band, come ad esempio Fluorescent Adolescent, ed è assolutamente uno di quegli album da ascotare almeno una volta nella vita. Le scimmie sono così famose e acclamate che nel 2007, con due soli album all'attivo e un'età media di 21 anni e mezzo, vengono invitati ad esibirsi al Glastonbury Festival come headliners.
Il 2009 è l'anno di Humbug, terzo album della band, e qui qualcosa cambia. Crescono i capelli e l'atmosfera diventa mistica, quasi fluttuante e a tratti psichedelica. Viene fuori ancora di più il talento di Turner nello scrivere testi, mai banali, mai scontati. Sono testi da interpretare più che da leggere, e ogni volta che lo si fa si scopre un significato nuovo, un dettaglio in più. La critica si è divisa rispetto a questo album, ma per quel che mi riguarda, lo adoro! Mi piace così tanto che vi propongo il video della canzone che, secondo Turner, è la più riuscita sul piano delle parole.


Siamo arrivati al 2011 ed è l'anno di Suck It And See, in cui inizia a farsi sentire in maniera più pesante l'influenza della vita negli States. L'album, rispetto agli altri, non spicca certamente per originalità né tanto meno per energia, e trova il suo punto di forza nelle ballate e nel meraviglioso testo di Love Is a Laserquest, della quale non posso fare a meno di proporvi una versione acustica.


Dopo una spettacolare esibizione alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra 2012, nel 2013 arriva AM, considerato l'album della maturità. Qui la musica subisce l'influenza dell'hip-hop, antica passione di diversi membri del gruppo, senza però snaturare troppo lo stile della band. L'album è stato elogiato in tutti i modi possibili e immaginabili, ma per me risulta un po' troppo pop, troppo ragionato e poco energico rispetto ai lavori precedenti. Nel 2013 le scimmie artiche si esibiscono a Glastonbury per la seconda volta, replicando il successo della prima.
Tanto altro ci sarebbe da dire su questa band che è un po' il simbolo di una generazione e di un genere che, purtroppo, viene ultimamente dimenticato e messo in un angolino, soprattutto in Italia. Se avete voglia guardate il discorso di ringraziamento ai Brit Awards del 2014, esprime bene il concetto.
Per il momento nulla di nuovo in vista, dato che i ragazzi stanno mettendo su famiglia (escluso Turner, che preferisce dedicarsi alle modelle), ma spero potremo parlare presto di un side project che sembra stia per rivedere la luce. Nel frattempo godetevi questo video di I Bet You Look Good On the Dancefloor live da Glastonbury, un sempreverde anche a 10 anni dalla sua uscita, dove troviamo una band decisamente più spigliata e a suo agio sul palco.





Don't believe the hype!

Cris

2 commenti:

  1. Old Yellow Bricks.

    Nessuna frase può esprimere in maniera più completa questo gruppo.

    Anime vintage con un pizzico di irriverenza. Perfettamente completi.

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    1. Concordo in pieno. Anche se a mio parere ultimamente hanno preso un po' troppo sbiancante, hanno perso un po' del loro "giallore". Spero tornino ad essere gli Old Yellow Bricks di qualche tempo fa.

      Ma li si adora comunque!

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